FAUSTO URRU. In Limine_2013
Comune di Samugheo, Museo MURATS
presentano
FAUSTO URRU
In Limine
Dal 30 novembre al 06 gennaio 2014
Inaugurazione sabato 30 novembre ore 19:00
Sala convegni Museo MURATS
Il Comune di Samugheo, il Museo MURATS e la Banca di Sassari, in linea con il programma di promozione delle attività museali e del territorio, presentano per la prima volta in Sardegna una mostra di Chiara Samugheo composta da una serie di scatti sugli abiti tradizionali e il paesaggio sardo. La mostra sarà affiancata dal progetto fotografico di Fausto Urru, un lavoro work in progress che indaga il paesaggio sardo concentrandosi sulle zone di transizione.
Le due mostre, che verranno inaugurate sabato 30 novembre alle ore 19:00 presso la sala convegni del MURATS, occuperanno tutto il piano terra del Museo dove dialogheranno con abiti tradizionali di alcuni paesi e con una selezione di opere dei grandi maestri del ‘900 sardo (che riprendono la tematica del vestiario sardo) quali Ciusa Romagna, Floris, Ballero, Devoto, Tilocca etc, queste ultime opere potranno essere esposte grazie alla stretta collaborazione nata tra il Museo, la Banca di Sassari e alcuni collezionisti privati, Banca di Sassari che, oltre al prestito delle opere, ha contribuito anche economicamente alla realizzazione delle mostre. All’inaugurazione saranno presenti Chiara Samugheo, il Direttore del Museo MART Cristiana Collu, e Paolo Porcu, Direttore Generale della Banca di Sassari.
Fausto Urru, con il progetto In Limine, presenterà un progetto di 25 immagini in cui concentra lo sguardo sulle zone di transizione come quello della fine di un centro abitato e l’inizio della natura, dove esplorazione e nostalgia si fondono e confondono. Questa serie di scatti è da considerarsi come il primo capitolo di una serie che continuerà nei prossimi anni.
“In limine si vuole una sorta di simbiosi, di sintonia, di identità quasi, fra me ed il tempo, sia esso luce od ombra, sia esso tripartito od uno e trino. Ci sono talmente tante narrazioni sul paesaggio della Sardegna, talmente tante immagini pittoresche viventi in ognuno di noi che sin da subito ho escluso la bellezza “comune” – romantica, per intenderci – quale cometa per il mio percorso. Così mi sono concentrato sulle zone di transizione tra la fine di un centro abitato e l’inizio della natura che crediamo più incontaminata. Questo mi ha permesso di esplorare in lungo ed in largo una parte della Sardegna poco frequentata (e poco fotografata, credo). Allo stato attuale, In limine non è che il primo capitolo della lunga serie che ho in mente. Mi piacerebbe infatti continuare l’esplorazione per un periodo più lungo, spalmato su più anni. Solo così riuscirei ad avere la distanza e la lucidità necessarie per interrogare in profondità il paesaggio.
In Limine è l’attrazione per il torbido, il contaminato, l’incrinatura. La permeabilità di una frontiera aperta, di un limes privo di muri e fossati arricchiscono il discorso paesaggistico di variabili non previste ed al tempo stesso accelerano drammaticamente il tempo, l’involuzione. L’estensione a macchia d’olio dei centri abitati è sotto gli occhi di tutti. Durante le mie peregrinazioni in limine mi sembrava di vivere una doppia temporalità, una strana compresenza. Come se d’un tratto mi trovassi a vivere gli ultimi momenti di un passato sul punto di essere inghiottito irrimediabilmente da fiotti di modernità liquida (sia colate di cemento che fuga nella smaterializzazione), ed allo stesso tempo percepissi le avvisaglie di quello che sarà.”
Per il Direttore del MURATS Baingio Cuccu [con queste mostre si vuole proseguire il percorso di trasformazione del Museo in un interprete dinamico che coinvolga le comunità e il territorio attraverso la realizzazione di mostre temporanee che possano soddisfare sia le aspettative di eventi culturali d’arte sia stimolare la curiosità delle persone che vedono il Museo come un luogo lontano dai propri interessi].
[Questa mostra è un evento importante per la comunità di Samugheo] prosegue il Sindaco di Samugheo Antonello Demelas [visto il legame che unisce il Paese e Chiara Samugheo dato anche dal nome d’arte scelto dalla fotografa, ma è importante anche per l’intera regione perché la Samugheo qui ha realizzato numerosi progetti durante i suoi anni di attività, lavori che, affiancati al suo operare in ambito internazionale, danno lustro alla Sardegna].
Paolo Porcu, Direttore Generale della Banca di Sassari, sottolinea che la collaborazione con il Museo MURATS si colloca in
modo naturale nel progetto Conosciamoci Meglio – Visioni Memorie e Storie di Sardegna, nato per accompagnare le eccellenze
sarde impegnate nello sviluppo della cultura, dell’arte e dell’innovazione.
Fausto Urru nasce nel 1983 a Oristano. Vive sino ai tredici anni a Cuglieri, poi a Samugheo. Maturità scientifica a Oristano. Dopo la Laurea triennale in Relazioni internazionali alla Facoltà di Scienze Politiche di Bologna e la Specialistica in Cooperazione internazionale alla Facoltà dei Beni culturali di Bologna, sede di Ravenna, si iscrive all’École Supérieure des Arts de l’Image di Bruxelles, dove si laurea in Fotografia nel 2009. Parallelamente ai suoi studi, inizia una vasta interrogazione fotografica, tutt’ora in corso, sul rapporto tra gli individui e le differenti tipologie di spazio (intimo, urbano, extra-urbano), vissuto o attraversato, che alimenta più cicli fotografici: Chez-soi, Cité Modèle, Eterotopie, Silenzi urbani e, da ultimo, In limine. Dal 2010 si trasferisce a Parigi, dove attualmente vive.